Carrello spesa, un prodotto utile da sempre.

Il grande Sylvan Goldman.

Chissà se il signor Sylvan Goldman avrebbe mai pensato che la sua innovativa idea di creare un oggetto che rendesse più agile e comodo fare la spesa sarebbe arrivata ai giorni nostri ad essere più che mai argomento di stringente attualità? Di cosa stiamo parlando? Ma del carrello della spesa! Prodotto utile da sempre.

Un aiuto molto utile.

Fu creato nel 1937 da Goldman per aiutare le donne a fare provviste nel suo supermercato Humpty Dumpty a Oklahoma City; perché, si sa, noi donne abbiamo notoriamente 4 braccia come la dea Kali, ma destreggiarsi tra i vari reparti con pile di barattoli e buste e magari uno o due pargoli al seguito sarà sembrato fin troppo arduo a Mr. Goldman, il quale ebbe l’illuminazione una notte osservando una sedia pieghevole e poggiandovi sopra una cesta. L’invenzione non venne subito accolta con la benevolenza e il successo che avrebbe meritato, quindi Goldman, lungimirante più che mai, superò le reticenze di uomini troppo virili per spingere un aggeggio a 4 ruote ingaggiando giovani avvenenti che evocassero un senso di emulazione fingendo di fare la spesa nel suo supermarket avvalendosi del prezioso aggeggio…insomma, degli influencer ante litteram!!!

Perché parlare del carrello della spesa?

L’emergenza Coronavirus ci ha messo davanti ad una delle ancestrali paure dell’uomo, quella di rimanere senza cibo e senza “scorte domestiche”. E allora via alla corsa alla spesa, con interminabili file più o meno distanziate armati dei nostri ormai accettatissimi ed anzi indispensabili carrelli. Dopo lunghissime attese e nevrotici acquisti scanditi dal ritmo cadenzato dei messaggi che invitavano ad essere celeri per favorire l’ingresso dei nuovi clienti scalpitanti in coda, uscire col carrello della spesa stracolmo di sacchetti è sembrata a molti di noi la vittoria di una battaglia da ripetere ogni 7/10 giorni .

I rituali!

Attorno al carrello della spesa ruotano attualmente rituali che i neogenitori hanno imparato a conoscere le prime volte che i bambini hanno reclamato quel posticino speciale da cui far penzolare le gambette per memorabili pedate castra-papa’. Si parte quindi con l’apposito kit igienizzante, la micidiale combinazione di cui ogni buon genitore è munito non appena varca la soglia di casa: Amuchina gel da versare abbondantemente sulle mani prima di impugnare la salviettina umidificata Lysoform o Napisan, arma letale per rimuovere germi e batteri presenti sul carrello; dopo accurata disinfezione del nostro fidato alleato, nuova immersione delle mani nell’Amuchina prima della lotta più ardua, quella con gli odiosi guanti monouso del reparto ortofrutta!

Rivalutare a volte, risolve tanti problemi.

Durante questa quarantena ho rivalutato un altro tipo di carrello, il carrellino portaspesa. Per intenderci, il fedele amico dei nonnini, l’imprescindibile aiuto per il trasporto di provviste non esageratamente abbondanti ma troppo pesanti per essere riposti nei sacchetti che, saranno pure ecologici e riciclabili, ma si bucano al primo brick di latte! A volerci riflettere, non solo gli anziani trovano giovamento nell’uso di questi “trolley” a 2, 4 o 6 ruote: donne in gravidanza, persone con problemi di articolazioni o semplicemente persone che non hanno necessità di prendere l’automobile per fare la spesa, o, ancora, persone che si spostano con i mezzi pubblici possono beneficiarne. Curiosando sul web mi sono fatta una cultura su questi mini carrelli, dei quali esistono numerose varianti in base al numero di ruote, all’impugnatura ergonomica e al manico telescopico, alla capienza, alla presenza di scomparti, anche termici per riporre prodotti da frigo. Tornando al mitico Mr. Goldman, chissà se anche noi “giovani” riusciremo a vincere le nostre resistenze verso i trolley portaspesa e ne faremo un baluardo per una spesa più sostenibile e comoda?

Carrello online!

In questo bizzarro periodo caratterizzato dall’astinenza “fisica” dallo shopping contrapposta al boom degli acquisti on line il posto d’onore spetta certamente al carrello della spesa di qualsiasi sito o piattaforma di e-commerce. Prodotti per l’igiene, mascherine e visiere protettive, ma anche abbigliamento, giochi per bambini, libri, prodotti di bellezza (la tintura per capelli!!!), tablet e stampanti (smart working e didattica a distanza, croce e delizia della quarantena) hsnno riempito i carrelli degli italiani. Per quanto mi riguarda devo ammettere che sono ancora un po’ all’antica, o forse solo antica…preferisco girare per negozi, guardare, toccare, chiacchierare con le commesse. Ma sappiamo bene ormai che tutto questo, almeno per diversi mesi non sarà più possibile. L’ingresso nei negozi sarà contingentato, e certamente tutto sarà molto più rapido ed asettico per ovvi motivi di prevenzione ed igiene. E allora dovrò rivedere il mio tormentato rapporto con lo shopping online. Il mio tallone d’Achille è comprare vestiti, scarpe ed accessori in maniera sconsiderata per la mia vanitosissima bimba di 2 anni. In questo momento il mio carrello della spesa sul sito di H&M è intasato in maniera imbarazzante di graziosissimi vestitini pieni di rouche e volant, ma ancora non ho confermato l’acquisto: avrà davvero bisogno di così tante cose viste le scarse “occasioni d’uso”? (Enzo Miccio sarebbe orgoglioso della mia padronanza dei termini). Temo che stavolta me ne dovrò fare una ragione e, ahimé, dovrò cedere agli acquisti online in maniera più razionale.